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Redazione ASPA

Allevamenti suini italiani: quale l'impatto ambientale nei fattori gestionali delle aziende?


Quando parliamo di allevamenti animali, e in particolare quelli volti alle produzioni, non possiamo non considerare il loro impatto ambientale. Quanto però i fatti gestionali delle aziende incidono sulle emissioni nell'ambiente? Un recente studio ha voluto analizzare l'impatto del sistema di produzione del suino pesante italiano, mostrando le varianti in base ai sistemi di gestione. Vediamolo nel dettaglio.


La produzione suinicola è uno dei principali attori del sistema zootecnico italiano, con oltre 1,3 milioni di tonnellate di peso carcassa prodotte nel 2022 e una media di quasi il 20% del valore economico della produzione zootecnica italiana (ISMEA). Il sistema suinicolo italiano è unico al mondo per la sua specializzazione nella produzione di un tipo di suino industriale "pesante e maturo", macellato a 170 kg di peso corporeo (BW) e a 9 mesi di età, finalizzato alla produzione di prosciutti crudi a Denominazione di Origine Protetta (DOP).


Come conseguenza di questa specializzazione, gli obiettivi di gestione della mandria, come gli obiettivi di crescita e i piani di alimentazione, e gli indicatori di gestione della mandria, come la conversione alimentare, sono molto diversi da quelli tipici delle filiere suinicole convenzionali, basate su suini macellati a 90-120 kg di peso corporeo.


Come altri settori zootecnici, la filiera suinicola italiana deve affrontare diverse sfide per mantenere la propria competitività, una delle quali è la crescente importanza della sostenibilità ambientale nelle politiche europee, come l'iniziativa Farm-to-Fork, e nell'atteggiamento dei consumatori. Si stima infatti che i sistemi zootecnici generino quasi un sesto delle emissioni antropiche di gas serra, oltre a essere un importante fattore di acidificazione, eutrofizzazione e occupazione del suolo.


Negli ultimi anni, l'impatto ambientale (EI) associato al sistema di produzione dei suini è stato analizzato in diversi studi, principalmente utilizzando la metodologia del Life Cycle Assessment (LCA), un metodo quantitativo che valuta l'impatto di un'unità di prodotto lungo il suo ciclo di vita. Tuttavia, la maggior parte degli studi si è concentrata su sistemi che producono suini con un peso corporeo finale compreso tra 90 e 120 kg, mentre sono ancora molto limitati gli studi che si occupano dei peculiari sistemi italiani di suino pesante.


Pirlo et al. e Bava et al. si sono concentrati principalmente sulla descrizione dell'EI associata alla produzione di suini pesanti, mentre Conti et al. si sono concentrati sulla valutazione degli effetti prodotti dalla tecnologia wet acid scrubber sull'EI dei sistemi di produzione di suini pesanti. Tuttavia, sebbene siano state riportate alcune considerazioni sui possibili fattori determinanti adatti come target per le strategie di mitigazione, manca ancora un'analisi specifica di questi.


Pertanto, questo studio si è posto l'obiettivo di indagare l'EI di allevamenti rappresentativi del sistema di produzione del suino pesante italiano, considerando sia la fase di allevamento che quella di ingrasso, e di indagare la rilevanza di alcuni fattori determinanti aziendali possibilmente correlati all'impatto ambientale di questi allevamenti.


Conclusioni e prospettive future

In questo studio sono emerse relazioni complesse tra l'impatto ambientale dei diversi siti di produzione degli allevamenti di suini e le variabili relative alla gestione dell'azienda (dimensioni dell'azienda, autosufficienza alimentare), alla formulazione della dieta (contenuto di CP nella dieta) e alla risposta degli animali (produttività, FCR, tasso di mortalità), evidenziando l'importanza di considerare i vari aspetti dell'azienda nel tentativo di mitigare l'impatto ambientale della produzione animale.



La fase di accrescimento-ingrasso ha contribuito in maniera preponderante all'impatto ambientale dell'intero ciclo produttivo e i miglioramenti apportati a questo sito produttivo possono svolgere un ruolo importante nell'intera filiera.


In particolare, l'aumento dell'autosufficienza alimentare e la riduzione del contenuto di CP nella dieta hanno mostrato interessanti margini di collegamento tra gli aspetti agronomici e quelli di gestione animale, e la possibilità di rafforzare l'integrazione tra la progettazione delle rotazioni colturali e la formulazione delle diete per i suini dovrebbe essere studiata più a fondo.


Inoltre, per migliorare la fattibilità del monitoraggio regolare delle emissioni dell'allevamento, ulteriori studi dovrebbero valutare le opportunità offerte dagli analizzatori di gas portatili, confrontando i loro risultati con le emissioni modellate dagli approcci LCA.


 

Fonti:

Il presente articolo è un estratto della pubblicazione intitolata "Environmental impact of Italian pig herds as affected by farm management factors" presente sull'Italian Journal of Animal Sciences ed è consultabile in versione integrale al seguente link:

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